Napoli: la terrazza più bella per godersi un bicchiere di Aglianico.
Benvenuti a Napoli, la città dai mille colori, dove l’aglianico è di casa.
Si può capire perché il grande cantautore Pino Daniele la cantasse così. Semplicemente affacciandosi al belvedere San Martino si rimane estasiati.
Un tarallo, un bicchiere di Aglianico, una vista mozzafiato. Tempo perfetto.
Ogni volta che vado a Napoli non si può mancare a questo appuntamento con la bellezza.
Un vitigno storico.
In primo luogo, si tratta di una delle varietà più antiche di Enotria, tipica del sud Italia.
Di probabile origine greca, ha trovato il suo territorio di elezione in Campania. Soprattutto nelle province di Avellino e Benevento.
I terreni vulcanici, infatti, conferiscono a questo vitigno nutrienti che ritroveremo nel bicchiere.
Un vitigno che predilige le altitudini collinari e ventilate.
L’uva aglianico.
Cresce anche in Puglia, Abruzzo e Molise. I grappoli sono oblunghi, gli acini piccoli e dotati di buccia pruinosa, spessa di colore nero-blu.
Grazie al notevole quantitativo di antociani, le componenti del colore della buccia dell’uva, si presta alla produzione di vini rosati.
Se vinificato in bianco dà vita ad interessanti versioni spumantizzate.
Nella versione passita dà vita a vini dolci di grande piacevolezza. Grazie alle componenti dure collegate al tannino che ben bilanciano lo zucchero e l’alcool.
Profumi e struttura.
Vinificato in purezza presenta delle caratteristiche ben riconoscibili. Il colore è rosso rubino carico, al naso ricco di profumo, fruttato. Di ciliegia, marasca, amarena, mora, prugna e violetta. E’ tannico e di gran corpo.
Se affinato in legno, aggiunge ai profumi varietali. Le note speziate ricordano la vaniglia, il cacao, tabacco, macis, liquirizia, cuoio, cioccolato e cannella. Spesso anche note balsamiche.
Nelle versioni riserva l’affinamento supera i 12 mesi in botte.
I colori virano dal rosso rubino al granato. I profumi si aprono in ampiezza. Il fruttato si fa più dolce, di frutta in confettura.
In conclusione, a seconda del tipo di legno e durata dell’affinamento si avranno spezie, cuoio e foglie di tabacco.
Il Taurasi, l’espressione regale dell’aglianico.
Con l’Aglianico si producono grandi rossi del Sud: il Taurasi DOCG (Campania), Vulture Superiore DOCG, Taburno DOCG.
Tra l’altro, il Taurasi è stato il primo vino del sud a ricevere la denominazione Garantita nel 1993.
Il Taurasi è tale se affinato almeno tre anni dalla vendemmia, di cui almeno un anno in botte di legno. La Riserva invece necessita di almeno quattro anni di affinamento, di cui 18 mesi almeno in botte.
Svariate DOC e IGT si producono con questo prezioso vitigno.
Un vitigno difficile.
Grazie alla sua composizione chimica, il vino da Aglianico presenta una notevole percentuale di tannino. Questo lo rende ideale per l’affinamento in legno e per l’invecchiamento.
Con l’affinamento le componenti dure del vino si smussano, conferendo finezza ed armonia. Si tratta, dunque, di un vitigno difficile da gestire.
Per questo sempre in grado di stupire se governato ad arte. Oltretutto è un vitigno vigoroso, che va gestito con attenzione.
Esistono due varietà principali di Aglianico, di Taurasi in Campania e del Vulture in Basilicata. Stesso DNA ma espressione completamente differente nonostante entrambe le zone presentino terreni vulcanici.
L’aglianico di Irpinia
Diversa è l’espressione del vitigno nella zona Irpina del Taburno.
Quest’ultima presenta terreni marnosi. Il territorio infatti è montuoso collinare, ricco di fiumi e torrenti. Boscoso e ricoperto di foreste a castagni, faggi e querce.
Il terreno è calcareo in superficie, il che conferisce ai vini di questa zona, profumi più floreali.
In profondità è marnoso, cosa che favorisce la struttura e la longevità dei vini.
Anche il clima è diverso, forti escursioni termiche, estati miti e inverni rigidi.
L’aglianico di queste parti è di grande struttura ma elegante.
L’aglianico si abbina al cibo splendidamente.
Abbinamento di elezione con i secondi di carne, alla griglia o arrosti di gran sapore.
Un vino complesso richiede piatti strutturati di grande struttura.
Anche la selvaggina trova un alleato nella rotondità del vino.
Salumi particolari a base di cinghiale o cervo. Anatra o fagiano.
Anche piatti di carne con frutti rossi come il tacchino del giorno del ringraziamento, maiale con le prugne, formaggi misti.
Nella versione passita, biscotti ai mirtilli o al cioccolato.
Cantine da provare
Tra i migliori produttori di Aglianico possiamo citare le cantine Quintodecimo, Viticoltori De Concilis, Verrone Viticoltori, Antonio Caggiano, Tempa di Zoe, Villa Matilde, Colle di San Domenico, Mastroberardino, Feudi di San Gregorio.