pasta all'uovo fatta in casa - homemade pasta with the egg

Chi ha inventato la pasta? storia e curiosità del piatto italiano per eccellenza

Chi ha inventato la pasta? scopriamo insieme curiosità e storia del piatto italiano più famoso al mondo. Dalla quella secca a quella fresca fatta in casa. Ma la ricetta della nonna vince sempre su tutte.

pasta fatta in casa - homemade pastaGnocchi, maccheroni e modi di dire.

Se qualcuno ci accusa di parlare un inglese maccheronico o di essere degli gnoccoloni, di certo non ci sta facendo un complimento. Certo, se invece ci danno dello gnocco, il significato potrebbe essere positivo, o anche negativo, dipende dall’intonazione. Maccheronico infatti, viene da maccherone, attualmente corrispondente al rigatone. Nome che in passato era utilizzato anche per la pasta lunga. Maccheronico indica, nel linguaggio comune, qualcosa di raffazzonato, cheap, sempliciotto, arrangiato. La parola Gnocco, come aggettivo, può indicare in modo dispregiativo, una persona poco smart. Oppure, una persona dotata di un certo sex-appeal, in modo positivo. È curioso, comunque che si utilizzino dei formati di pasta, in senso positivo o negativo, riferendosi a una persona.

La polenta.

La parola maccherone, deriva probabilmente dalla parola macco. Che fa riferimento alla polenta realizzata con la farina di fave, ancora popolare in Puglia. Prima della diffusione della pasta, la polenta costituiva nel Medioevo, il piatto base delle popolazioni italiche. In epoca romana si trattava del famoso miscuglio di farina di farro e acqua, detto puls. La polenta si produceva con qualsiasi cereale possibile, dalla segale al farro, alle fave. Di queste ricette ne abbiamo traccia sia nei ricettari del tempo, ma anche nelle novelle. Boccaccio in una delle sue novelle parla di ravioli e maccheroni ricoperti di formaggio.

Chi ha inventato la pasta?

eating pasta with handsGli antichi romani mangiavano la pasta, nella forma ancestrale della lasagna (senza pomodoro ovviamente) e si chiamava lagana. Nella Sicilia araba del IX secolo sembra si preparassero già delle specie di spaghetti, ossia delle paste lunghe. Che sicuramente, se pur con altre farine, si preparavano già anche in Cina. Come vuole l’annosa diatriba che indignò gli Italiani per lungo tempo. La pasta secca, tuttavia, era già conosciuta in Italia prima che Marco Polo tornasse dalla Cina con le sue preziose informazioni. E, per molto tempo, fu chiamata pasta di Genova. Infatti, dalla Sicilia, passando per le altre importanti città marinare dello Stivale, la pasta viaggiò per mare. Infatti si trattava di un cibo pratico da trasportare e conservare. E’ ovvio che l’Italia, come crocevia di commerci internazionali e meta di dominazioni straniere, si trovò ad essere aggregazione gastronomiche diverse. La produzione in larga scala della pasta passò poi da Genova a Napoli. Grazie all’inventiva dei Napoletani, nuovi strumenti per la macinatura e la trafila renderanno la produzione più economica. Segnando la nascita dell’industria della pasta, alimento che aiuterà Napoli riesce a combattere la fame dovuta alla carestia di carne.

mangiaspaghetti

Medioevo: Altro che pasta al dente!

Nel Medioevo la produzione della pasta si definì in forme diverse, larghe, strette, ripiene, lunghe. Cambiò anche il mondo di cuocerla, non più nel suo condimento, come era per la lagana, ma bollita nel brodo e poi condita. Se, però, le forme di pasta medievali erano simili a quelle moderne, senza dubbio i tempi di cottura erano decisamente differenti. La pasta di certo non si cucinava seguendo quello stile odierno, tipicamente italiano. Quell’abilità nella cottura che segna lo spartiacque fra pasta ben cotta e pasta immangiabile. Leggendo i ricettari storici si scopre, dunque, che la pasta, cucinata per un paio d’ore, si mangiava decisamente scotta. La pasta al dente pare iniziò ad essere apprezzata solo dal Seicento.

pasta alla gricia recipe ricetta

Dimmi che forma hai e ti dirò da dove vieni.

La pasta è un alimento molto versatile, può essere, quindi, condita in un milione di modi diversi. Ogni famiglia ha la sua pasta preferita e non è strano assistere ad accese discussioni fra sostenitori di marche di pasta contrapposte. In più, ogni regione ha i propri formati e ricette tipiche, diverse dalle altre. Così a Roma il bucatino, rigorosamente condito con il sugo all’amatriciana, troneggia accanto alla mezza manica e al tonnarello. A Napoli, gli ziti e gli spaghetti alle vongole. In Sicilia i maccheroni alla norma, i tortellini a Bologna, I pizzoccheri in Lombardia, le orecchiette alle cime di rapa in Puglia. Gli strangozzi al tartufo nero in Umbria, le pappardelle e i pici al ragù in toscana. Le linguine al pesto in Liguria, gli orecchioni in Romagna. Già da questo breve esempio si comprende che ogni regione abbia il suo formato di pasta e di condimento abbinato preferito.

grani antichi - italian flourLa pasta: alimento positivo o negativo?

A fasi alterne la pasta ha giocato un ruolo diverso, da cibo per soli poveri a piatto preferito dei Re. Fu un cibo disprezzato nel manifesto Futurista come pietanza da abolire lontana dalla modernità. Al contrario, durante il fascismo, fu assunta a colonna portante dell’alimentazione nazionale. Da piatto del benessere e dell’allegria a spauracchio di tutte le persone sovrappeso. A volte è andata di moda, a volte, ed è caduta in disgrazia altre. In realtà, si tratta di un alimento di grande valore nutrizionale, soprattutto se realizzata con farine di qualità. Al di là delle diete che la demonizzano, infatti, la pasta trova largo spazio nella dieta mediterranea. Nella dieta mediterranea, considerata una dei migliori regimi alimentari possibili. Fornisce energia ed esercita un’azione calmante e antidepressiva. A sorpresa, contiene anche delle proteine, soprattutto se realizzata con farina integrale, contenente il germe di grano.

Cosa sono i grani antichi?

Da qualche anno si parla moltissimo delle farine da grani antichi. Una moda oppure una realtà? Verna, senatore cappelli, tumminia, saragolla, gentil rosso per citarne alcuni, sono grani diversi da quelli moderni.  Si tratta della riscoperta di grani disponibili e noti in Italia prima che la scienza creasse ibridi e cloni più produttivi. Dal punto di vista agronomico sono a taglia alta, si adattano bene all’ambiente. La Senatore Cappelli, per esempio, si allunga molto in alto risultando più alta dei grani moderni. Copre bene il terreno e compete bene con le infestanti, riducendo la necessità di combatterle. Quindi si presta bene alla coltivazione biologica. Contiene un minore quantità di glutine ma una maggiore quantità di proteine e Sali minerali.

pasta tumminia grani antichiPerché scegliere la farina da grani antichi

Generalmente, i grani antichi, vengono macinati a pietra, rendendo una farina meno raffinata. Con un rapporto fra glutine, proteine ed amidi naturalmente bilanciato, i grani antichi sono più digeribili. Per questo sono anche meno allergeniche delle altre farine. Contengono comunque glutine, per cui non possono essere consumati da persone allergiche al glutine. Tuttavia, contenendone meno, rallentano i processi di sensibilizzazione nei soggetti non allergici. Certo, deve avere anche un buon sapore. Il gusto di questi grani, più grezzi, è decisamente diverso da quelle raffinate. Per il gusto moderno, sempre più alla ricerca di sapori naturali, costituisce sicuramente un punto a favore.

La pasta di qualità

La pasta di qualità nasce, quindi, dalla scelta delle materie prime. In primo luogo, la farina. In secondo luogo, l’acqua e la filiera di produzione. Senza tralasciare la coltivazione biologica e magari l’utilizzo o meno di grani geneticamente modificate.  Per scegliere una pasta secca di qualità, dunque, basta leggere le indicazioni sulla confezione. Accanto alla lenta essiccazione, alla trafilatura al bronzo, è opportuno valutare l’origine del grano. Che per legge deve essere indicato. Anche perché se si sceglie un prodotto italiano, si vorrà, probabilmente un prodotto interamente italiano. Dalla coltivazione dei grani utilizzati alla produzione. Non accontentandoci di prodotti a buon mercato che ci invoglino a consumarne in quantità perché economici. Piuttosto alzando l’asticella, cercando pasta realizzata con farine di alta qualità.

ravioli pastaLa pasta fatta in casa, la ricetta come nonna comanda

Chiunque può realizzare, quindi, una ottima pasta fatta in casa. Pasta fresca realizzata con o senza uova, con o senza acqua e un po’ di farina.

Ecco la nostra ricetta per la pasta all’uovo:

  • 1 uovo a persona
  • Farina q.b. a seconda di quanto ne tira l’uovo
  • Pizzico di sale

Procedimento

Disporre la farina su una spianatoia creando la forma di un vulcano. Rompere l’uovo intero nel centro del vulcano e aggiungere il sale. Con l’aiuto di una forchetta iniziare a sbattere l’uovo raccogliendo man mano la farina. Quando si otterrà un impasto lavorabile con le mani, rimuovere l’eccesso di farina. Lavorare velocemente la pasta con energia. Formare una palla, avvolgerla in una pellicola e riporla in frigorifero per una mezz’ora. Stendere la pasta con l’aiuto di un mattarello o di una macchina per la pasta, ripiegando la sfoglia più volte. Tagliare la pasta nella forma desiderata.

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